Missione 6 SETTEMBRE 1940 LIBIA

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13 Anni 11 Mesi fa - 13 Anni 11 Mesi fa #174 da SUP_Aracno
6 SETTEMBRE 1940

Oggi si va a caccia....... di apparecchi nemici naturalmente, infatti ci è stata affidata una missione di caccia libera nella zona che comprende gli aeroporti della RAF di Hal-Faya e Sidi Omar.
Già nei giorni scorsi erano state effettuate delle missioni simili che però erano risultate una vera e propria mattanza ........per i nostri colori purtroppo, per cui, oggi il sor Capitano, Camillo, io e tre gregari ci apprestiamo a decollare dal campo principale di Gambut con una voglia di rivincita inimmaginabile.
La tensione si percepisce nettamente e non appena in volo si trasforma in un impeto che ci porta a fare rotta dritto verso i bersagli senza curarci di ciò che accade intorno (a terra i combattimenti continuano e le artiglierie dei due schieramenti si scambiano colpi senza tregua tanto che non è difficile scorgerne le esplosioni sul terreno).
Nel breve tragitto che ci separa dai nostri obbiettivi sulle radio non si fa altro che sentire i propositi di battaglia dei vari piloti con ognuno che promette di abbattere talmente tanti velivoli avversari che se ciò si avverasse della RAF in Africa Settentrionale resterebbe ben poco.
Fatto sta che quasi senza rendercene conto ci ritroviamo sulla verticale di Hal-Faya e, dopo aver attraversato indenni uno sbarramento di contraerea, scorgiamo sulla pista una nutrita pattuglia di aerei che si appresta a decollare; si tratta di 8 Gladiators e quindi, al grido di "ghere ghere ghez", ci buttiamo in picchiata per intercettarli.
Probabilmente non ci hanno ancora avvistati perchè gli siamo già praticamente addosso e questi continuano a volare in linea di fila senza effettuare manovre evasive.
Mentre ci portiamo in coda alla formazione avversaria ognuno di noi dichiara il suo obbiettivo e quindi il sor Capitano prende l'ultimo della fila, Camillo il penultimo, io il terzultimo e così via per tutti gli altri piloti delle nostre due sezioni.
Il sor Capitano e Camillo si liberano in un batter d'occhio dei loro avversari e si gettano su altre prede che nel frattempo, avendo visto le scie dei traccianti solcare l'aere, si sono messi a compiere brusche manovre evasive; anche il mio bersaglio, nonostante l'avessi danneggiato al primo passaggio, si lancia in strette virate per cercare di seminarmi ma nonostante ciò riesco a stargli attaccato e dopo aver serrato ancora un po' le distanze lascio partire dalle mie SAFAT una sostenuta raffica che va a tranciare di netto la sezione poppiera del Gladiator.
"Segnatene uno per me !" è il grido liberatorio che lancio in radio ma intanto cerco di non distrarmi perchè non voglio far la fine di altre volte quando l'euforia della vittoria conseguita mi ha portato ad essere colpito dai gregari della mia preda, forse ho imparato un po' la lezione ed anche durante le fasi di ingaggio del bersaglio non smetto mai di controllare che nel frattempo non sia diventato anch'io il bersaglio di qualcun altro.
Il cielo intanto è ancora pieno di aerei che si rincorrono l'un l'altro creando caroselli acrobatici che disegnano in aria figure ben note ai piloti da caccia, Schneider, Immelman, tonneau, virate così strette che per poco non svieni e nello stesso tempo devi cercare di collimare il bersaglio nel tuo mirino calcolando anche l'anticipo e la deflessione del tiro, non è facile ma con la pratica .....ed un pizzico di fortuna ce la si può fare.
Un Gladiator incrocia la mia rotta e quindi senza attendere un istante mi getto al suo inseguimento, tocca a me ora sfoderare il mio repertorio acrobatico che non è molto vasto in verità però a quanto pare è sufficiente perchè riesco a tener dietro al mio avversario serrando le distanze, lascio partire una prima raffica che scalfisce solamente il Gladiator ma all'improvviso ecco che un CR42 mi passa di fronte mancando la collisione di un soffio e comincia a riversare piombo su quello che era il mio bersaglio; è il sor Capitano che si è messo alla caccia del "mio" Gladiator senza accorgersi che già gli ero dietro io.
Così ecco che ancora una volta il sor Capitano finisce un lavoro che avevo cominciato io ........ va beh lui è il Capitano.
Mi guardo intorno ed ormai in aria ci sono solo CR42, per ora la partita la stiamo vincendo noi ma, come si vedrà, i giochi non sono ancora finiti.
Raggruppiamo la formazione e ci dirigiamo verso Sidi Omar ma una volta raggiunto non troviamo traccia di attività aerea nemica, gli aerei sono tutti nei ricoveri e le piste di decollo e rullaggio sono deserte.
Il nostro livello di carburante comincia ad essere un po' basso e quindi decidiamo di dirigerci verso Ridotta Capuzzo.
Siamo in vista dell'aeroporto che ecco apparire in lontananza una squadriglia che pare stia scortando un altro aereo (potrebbe essere un ricognitore), man mano che le distanze diminuiscono riusciamo a distinguere sempre meglio le linee degli aerei che ci vengono incontro finchè ad un certo punto in radio si sente una voce che con fare a metà tra il concitato ed il compiaciuto ci avverte che si tratta di un Lysander con la sua scorta di altri 8 Gladiator.
Evidentemente oggi è giornata di lavoro pesante ma in fin dei conti siamo qui per questo ed inoltre siamo anche contenti di avere altre opportunità di rimpinguare il nostro carnet personale, un occhiata al carburante ed alle munizioni rimaste e poi via in un attacco frontale.
Riesco a mettere qualche colpo a segno su di un Gladiator al primo passaggio ma roba da poco, quindi si riprende a manovrare per mettersi in coda ad un altro.
Ad un certo punto mi ritrovo dietro al Lysander e lascio partire qualche colpo, anche qui qualcuno va a segno ma senza fare gravi danni, in compenso il suo mitragliere posteriore comincia a prendermi di mira e quindi, memore di altre situazioni simili attaccando dei Blenheim, non mi ostino ad inseguirlo in coda ma cerco di portare attacchi sui fianchi però durante una manovra evasiva perdo il contatto con il Lysander e quindi vado in cerca di un altro bersaglio che si materializza nella forma di un Gladiator della scorta.
Mentre mi metto all'inseguimento della mia preda, tramite la radio vengo a sapere che Camillo si è preso cura del Lysander ed ora la RAF ha un ricognitore in meno...bene, ora tocca a me fare la mia parte di lavoro.
Dopo una serie di violente virate e di picchiate vertiginose il mio antagonista si arrampica in una cabrata che lo porta a perdere un po' troppa energia ed a quel punto diventa un bersaglio facile perchè si ritrova praticamente fermo, "appeso" a mezz'aria; è il momento che aspettavo, qualche piccolo aggiustamento di timone ed ecco che il malcapitato Gladiator riempie completamente il mio collimatore, non mi resta che premere il pulsante di sparo ed una nutrita raffica da 12,7 si abbatte alla radice della semiala superiore destra staccandola di netto.
Il malconcio apparecchio entra in vite e vedo il tettuccio dell'abitacolo aprirsi ed il pilota lanciarsi nel vuoto affidandosi al prorpio paracadute.... "e due !" è il mio urlo nella radio ma allo stesso tempo sento che Camillo è nei guai.
Infatti inseguendo un apparecchio avversario, il nostro non si è accorto che quest'ultimo aveva con sé il proprio gregario ed ora si ritrova stretto nella morsa dei due britannici e nonostante sia uno dei migliori "manici" del gruppo alla fine ha la peggio e deve anche lui lanciarsi col paracadute, per fortuna siamo già in teritorio amico e quindi penso che se la caverà senza gravi danni (a parte la ferita al suo orgoglio).
Ora la RAF è quasi completamente sparita da questo angolo di cielo, resta solo un solitario Gladiator che ora deve vedersela con tre di noi, il sor Capitano, io ed un gregario.
Lo sfortunato pilota le tenta tutte per sottrarsi al nostro fuoco ma qualsiasi manovra Lui faccia, si ritrova sempre sotto il fuoco di almeno uno di noi; ad un certo punto il sor Capitano decide di avvicinarsi per sferrare il colpo finale e con una precisa raffica manda in pezzi l'apparecchio avversario ma purtroppo per lui un grosso frammento staccatosi da una semiala dell'avversario va a colpire l'estremità alare superiore sinistra del Falco "1 rosso" asportando l'intero alettone e parte della struttura alare rendendo ingovernabile l'apparecchio.
Anche al nostro indomito comandante non resta che dare fiducia al proprio paracadute e, come per Camillo, per fortuna il lancio avviene sopra una zona amica.
Ora che il cielo è completamente sgombro da aerei britannici non resta che pensare a portare a case il mio Falco con me dentro e visto che il livello del carburante è ormai molto basso decido di atterrare sulla striscia della Ridotta Capuzzo.
L'atterraggio avviene senza problemi ed una volta parcheggiato il mio Falco chiedo notizie dei commilitoni che hanno dovuto lanciarsi col paracadute e mi viene detto che sono stati tutti localizzati e si sta provvedendo al loro recupero.
Dopo un po' di tempo rientrano i mezzi che erano partiti per il recupero dei piloti abbattuti e con sollievo vedo che da essi scendono anche il sor Capitano e Camillo, un po' ammaccati ma praticamente illesi.
Per fortuna anche questa volta è andata, nel frattempo il mio Falco è stato rifornito ed è ora di ritornare alla base, Il sor Capitano e Camillo rientreranno via terra e quando saremo a Gambut, tappa obbligata alla mensa ufficiali perchè aspettano il nostro ritorno per farsi pagare da bere e questa volta, al grido di: "oste della malora, da bere per tutti", toccherà a me pagare "il giro".
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